
Gurdjieff paragona l’essere umano a una carrozza:
La carrozza è il corpo fisico
I cavalli sono le emozioni
Il cocchiere è la mente
Il passeggero è l’anima o coscienza
Quando il passeggero dorme, il cocchiere decide la direzione… ma se è confuso, finisce per lasciarsi trascinare dai cavalli, che corrono senza meta.
Quante volte viviamo così, in pilota automatico?
Guidiamo pensando ad altro, lavoriamo sognando a occhi aperti, compiamo gesti senza essere presenti.
Per Gurdjieff, risvegliarsi significa far tornare il passeggero al suo posto:
Osservare pensieri, emozioni e schemi automatici
Ridurre il “rumore di fondo” della mente
Ricordare chi siamo davvero
Solo allora possiamo guidare i cavalli nella direzione scelta dalla nostra coscienza, e non da bisogni nevrotici o programmi inconsci.
Chi sta guidando la tua carrozza, in questo momento?
Tornando alla “metafora della carrozza”, è proprio quando il passeggero si risveglia, che può finalmente rendersi conto:
se la strada intrapresa dal cocchiere e l’andatura adottata dei cavalli sono il frutto di una scelta consapevole, o del solito programma o bisogno nevrotico della mente egoica. A questo punto, può avvalersi dalla propria facoltà di ragionamento e di intuito, e scegliere se proseguire o cambiare direzione.
Dal libro “Vedute sul mondo reale” di GeorgesGurdjieff
