LA METAFORA DELLA CARROZZA

Gurdjieff paragona l’essere umano a una carrozza:

➡️ La carrozza è il corpo fisico

➡️ I cavalli sono le emozioni

➡️ Il cocchiere è la mente

➡️ Il passeggero è l’anima o coscienza

Quando il passeggero dorme, il cocchiere decide la direzione… ma se è confuso, finisce per lasciarsi trascinare dai cavalli, che corrono senza meta.

Quante volte viviamo così, in pilota automatico?

Guidiamo pensando ad altro, lavoriamo sognando a occhi aperti, compiamo gesti senza essere presenti.

➡️ Per Gurdjieff, risvegliarsi significa far tornare il passeggero al suo posto:

➡️ Osservare pensieri, emozioni e schemi automatici

➡️ Ridurre il “rumore di fondo” della mente

➡️ Ricordare chi siamo davvero

Solo allora possiamo guidare i cavalli nella direzione scelta dalla nostra coscienza, e non da bisogni nevrotici o programmi inconsci.

💭 Chi sta guidando la tua carrozza, in questo momento?

Tornando alla “metafora della carrozza”, è proprio quando il passeggero si risveglia, che può finalmente rendersi conto:

se la strada intrapresa dal cocchiere e l’andatura adottata dei cavalli sono il frutto di una scelta consapevole, o del solito programma o bisogno nevrotico della mente egoica. A questo punto, può avvalersi dalla propria facoltà di ragionamento e di intuito, e scegliere se proseguire o cambiare direzione.

Dal libro “Vedute sul mondo reale” di GeorgesGurdjieff

Lascia un commento