
All’inizio del XX secolo, quando il mondo ancora non credeva nei miracoli per i neonati prematuri, apparve un uomo straordinario – Michael Cohn, che cambiò il suo nome in Martin Couney e decise di trasformare il destino dei più piccoli e dei più vulnerabili. Non aveva un diploma, non era un medico, ma possedeva qualcosa di più importante: aveva capito come non lasciare morire un bambino nel silenzio, mentre il mondo voltava lo sguardo altrove.
Il tempo era duro. La medicina aveva le mani legate e rifiutava di aiutare i prematuri – erano difficilmente accettati, protetti da costosi e proibiti incubatori che nessuno osava utilizzare. Ma Couney non si arrese. Collocò i suoi incubatori non in un ospedale, ma nella vivace fiera di Coney Island – un luogo di risate, rumori e stranezze, dove la gente andava a vedere cose insolite. Lì trasformò i bambini in speranza.
Invece di chiedere l’elemosina, faceva pagare al pubblico 25 centesimi all’ingresso e con quei soldi comprava giorni e attimi di vita per bambini che il mondo aveva dimenticato. Le infermiere, le nutrici attente, l’acqua calda e le cure si trasformavano in magia, grazie alla quale quei fragili neonati sopravvivevano. Martin Couney raggiunse quasi l’85% di successo – mentre gli ospedali si giustificavano con appena il 15%.
Gli scettici lo attaccavano, lo accusavano, lo chiamavano ciarlatano ed esploitatore, ma lui taceva con fermezza e continuava la sua missione – dare una possibilità là dove quasi non c’era speranza. La sua “esposizione” di bambini vivi in scatole trasparenti era più di uno spettacolo – era una lotta per la vita stessa.
Quando infine, nel 1939, una giovane donna gli disse di essere sua “figlia” passata per le sue mani, e un altro giovane uomo condivise di ricordare come lo avesse tenuto tra le braccia, Martin capì che il suo lavoro era compiuto. Quando i reparti ufficiali per prematuri aprirono le porte, lui chiuse la sua esposizione.
Morì nell’oblio e nella povertà, senza tomba con nome né parola, ma la vita che salvò continuò. Oggi, quasi un secolo dopo, quando i neonati prematuri respirano negli incubatori con il 92–95% di probabilità di sopravvivenza, l’eredità di un “ciarlatano” che puntò sulla compassione umana rimane viva ed eterna. Tutto cominciò con 25 centesimi, donati a Coney Island.
