L’osservatore e la realtà: l’incontro tra la fisica quantistica e la saggezza orientale

Nel dibattito contemporaneo su realtà e conoscenza, la questione dell’osservatore occupa un posto centrale. La scienza e le filosofie orientali, pur nate in contesti diversi, convergono su un’intuizione sorprendente: il modo in cui guardiamo il mondo determina ciò che chiamiamo “reale”.
Nella fisica quantistica questo principio ha assunto una valenza rivoluzionaria. L’esperimento della doppia fenditura, reso celebre a inizio Novecento grazie agli studi su fotoni ed elettroni, mostra che la materia si comporta in modo diverso a seconda che sia osservata o meno. Quando nessuno osserva, la particella pare esistere in uno spettro di possibilità, ma quando entra in scena un rilevatore, la realtà si “fissa” (cioè, collassa) in una determinata configurazione. John Archibald Wheeler, fisico visionario, parlava di “universo partecipativo”, sostenendo che l’osservatore non è un elemento esterno, ma un partecipante attivo nella costruzione della realtà.

COINCIDENZE CON LA FILOSOFIA ORIENTALE

Idee simili animano da secoli le filosofie dell’India e dell’Estremo Oriente. I testi delle Upanishad, risalenti a oltre duemila anni fa, affermano che “il mondo è come lo vede chi lo guarda”. Patanjali, nel suo Yoga Sutra, invita a riconsiderare la mente non come semplice spettatrice, ma come prisma che colora ogni percezione. In certe scuole buddhiste si insegna che la realtà non esiste indipendentemente dalla coscienza, ma appare secondo le lenti delle nostre abitudini mentali. Nel Chan cinese e nel suo successivo sviluppo zen in Giappone, i maestri ammoniscono:
“Se vuoi vedere la realtà, impara a osservare la mente che la crea”.
Queste riflessioni trovano eco anche nella cultura occidentale moderna. Il fisico Eugene Wigner ipotizzò che la coscienza stessa fosse un ingrediente essenziale nei processi quantistici. Erwin Schrödinger, noto per il celebre paradosso del suo gatto, dedicò molte riflessioni ai legami sottili tra soggetto e oggetto.
Maestro Yogananda, uno dei più noti divulgatori dello yoga in Occidente, amava ripetere ai suoi allievi negli Stati Uniti degli anni ’30 che “la mente può trasformare l’esperienza del mondo”. Nei monasteri di Rishikesh, sulle sponde del Gange, e nei templi zen delle montagne giapponesi, si pratica da secoli l’esercizio di affinare lo sguardo interiore, convinti che cambiare prospettiva sia il primo passo per vedere il reale in un modo nuovo.
Oggi, studiosi e praticanti di diverse discipline si interrogano su queste coincidenze. La fisica quantistica sembra avvicinarsi sorprendentemente alle intuizioni dei saggi indiani e cinesi. L’antica domanda su chi sia veramente l’osservatore torna attuale: siamo solo spettatori o co-autori di quello che chiamiamo realtà? È forse questa la vera frontiera, in bilico tra scienza e saggezza antica.

IL DIALOGO FRA ORIENTE E OCCIDENTE.

Il parallelismo tra filosofia orientale e quantistica si fa affascinante proprio su questo confine: la realtà non appare come qualcosa di fisso e oggettivo, ma come qualcosa che si svela e si forma in relazione all’osservatore. Dove gli yogi parlano di “mente creatrice”, i fisici misurano l’effetto dell’osservazione sulla materia. Dove i maestri spirituali sottolineano la centralità dell’intenzione, i laboratori sperimentano la non oggettività dei fenomeni quantistici.
Il dialogo fra Oriente e Occidente resta aperto. Fisici come Fritjof Capra, negli anni Settanta, intravedono ponti tra le intuizioni dei mistici indiani e le scoperte dei fisici quantistici. In entrambi i casi, la realtà mostra un cuore misterioso: è fluida, relazionale e sorprendentemente sensibile alla presenza consapevole dell’osservatore. Forse, come scriveva Yogananda nel suo “Autobiografia di uno Yogi”,
“Il mondo che vediamo è lo specchio della nostra coscienza”.
Così, chi pratica yoga e chi studia la fisica moderna si trova a meditare su una domanda antica e attuale: quale potere ha davvero la mente sul mondo? La risposta, come il gatto di Schrödinger, resta sospesa.

Bruno Del Medico
Blogger, divulgatore, scrittore.

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